PRIMO SOCCORSO E RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE (RCP) DURANTE L’EPIDEMIA DA SARS-COV-2

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PRIMO SOCCORSO E RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE (RCP) DURANTE L’EPIDEMIA DA SARS-COV-2

L’addetto al primo soccorso è una delle figure obbligatorie in azienda previste dal Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro (DLgs 81/08).

Essenzialmente i compiti dell’addetto al primo soccorso riguardano la gestione delle emergenze sanitarie nei luoghi di lavoro e in alcuni casi può rendersi necessario procedere anche con una Rianimazione Cardio Polmonare (RCP).

Ogni volta che viene eseguita la Rianimazione Cardio Polmonare (RCP), in particolare su una vittima sconosciuta o un collega di lavoro(che si incontra solo durante l’orario lavorativo), esiste un certo rischio di infezione, associato soprattutto alla valutazione del respiro e alla esecuzione delle ventilazioni di soccorso. 

Finora, le evidenze scientifiche hanno sempre suggerito come questo tipo di rischio sia in realtà molto basso a fronte di una morte certa per la vittima in caso non sia iniziata la RCP, però dinanzi all’attuale emergenza sanitaria costituita dall’epidemia Covid-19 come ci si deve comportare?

Bene, anche durante un periodo di Pandemia non viene meno la necessità di continuare a soccorrere prontamente e adeguatamente le vittime di arresto cardiaco per sottrarle ad una morte certa. Tuttavia, nel rispetto del criterio di sicurezza, è necessario considerare e valutare come proteggere contestualmente i soccorritori da potenziali pericoli in caso di sospetto o accertato contagio virale della vittima.
Riteniamo che sia fondamentale per tutti proteggere gli operatori impegnati in manovre rianimatorie, cercando di preservare per quanto possibile l’alta qualità ed efficacia delle stesse. 

Per questo motivo la IRC (Italian Resiscitation Cauncil), http://www.ircouncil.it, ha fornito alcune raccomandazioni adeguate alla straordinaria situazione che il nostro Paese sta affrontando e che possono implicare alcune modifiche e integrazioni delle modalità con cui eseguire la RCP e gestire una vittima di arresto cardiaco sia da parte di soccorritori occasionali (quali potrebbero essere gli addetti al PS)che degli operatori sanitari.
Riconosciamo che tali raccomandazioni si basano in gran parte sull’opinione degli esperti, vista la poca certezza scientifica disponibile. 

Tuttavia, IRC tramite i sui organi (Consiglio Direttivo, Comitati Scientifico e Formazione) è costantemente aggiornata sulle nuove informazioni e raccomandazioni suggerite dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità per il controllo del contagio da Sars-Cov-2. Con riguardo al caso specifico dei pazienti in arresto cardiaco, IRC intende integrare tali indicazioni con quelle fornite dalle istituzioni internazionali e in particolare da ERC (European Resuscitation Council) con lo scopo di offrire informazioni e suggerimenti aggiornati e affidabili.

Pertanto si riporta in allegato un documento che descrive le raccomandazioni che si applicano a chiunque sia testimone di un arresto cardiaco nel quale sia necessario eseguire la RCP e/o utilizzare un defibrillatore semi-automatico esterno (DAE) in ambito extraospedaliero.

Di seguito il link dello stesso

https://www.ircouncil.it/wp-content/uploads/2020/03/001.ISTRUZIONI_CORONAVIRUS.pdf